Due prime in un solo grande e mitico evento velico: per il primo anno MAFRA sostiene l’imbarcazione della Marina Militare alla MiniTransat 2017 ed è la prima volta che un’azienda privata diventa sponsor di una delle protagoniste italiane in questa entusiasmante sfida fra uomo e mare aperto. La particolarità di questa regata consiste in una competizione nautica “estrema”, che mette a dura prova i partecipanti in solitaria.
Il primo ottobre, nelle acque francesi di LaRochelle, si sono presentati sulla linea di partenza 84 velisti provenienti da quindici Paesi che in solitario, a bordo di una barca di soli 6,50 metri, hanno percorso oltre 4.000 miglia nautiche attraverso l’Atlantico con destinazione i Caraibi, in particolare Le Marin, in Martinica. Tra questi, Andrea Pendibene, atleta della Marina Militare, ha pilotato con il sostegno tecnico dei prodotti MAFRA l’imbarcazione Pegaso ITA 883.
Tutto è stato perfettamente pronto per la data di partenza, a livello di affidabilità, robustezza delle vele, efficienza delle attrezzature e della parte elettronica, grazie anche al contributo degli specifici prodotti di detergenza e manutenzione MAFRA. La massima preparazione della navigazione è fondamentale in un evento estremo come questo, che mette a dura prova i singoli atleti che gareggiano in solitaria. Hanno viaggiato non solo in completa autonomia e autosufficienza a livello di dotazioni di vestiario, cambusa (non c’è frigo), medicinali e medicamenti, ma sono stati anche completamente scollegati con il mondo: non è disponibile infatti gps cartografico a bordo e tanto meno altri sistemi satellitari, a eccezione del vhf con portata 20 miglia.
In altra parole, gli atleti hanno dovuto rinfrescarsi la memoria con calcoli astronomici attraverso l’utilizzo del sestante. Qui non esiste squadra, se gestisci male le forze devi fare i conti solo ed esclusivamente con te stesso. Un’avventura unica nel panorama velico, da vivere miglio dopo miglio, ideata nel 1977 dall’inglese Bob Salmon: la Transat 6.50 era nata come risposta al gigantismo finanziario e ultra tecnologico delle regate transoceaniche delle barche dai costi iperbolici che poco spazio lasciavano alla componente umana e alle capacità individuali.
Si narra addirittura, ma forse è solo leggenda, che per la prima edizione della regata Bob Salmon avesse voluto sottoporre le barche a un curioso test per valutare la resistenza: una gru sollevava l’imbarcazione fino a 4 metri sul livello del mare per poi lasciarla cadere in acqua; se dopo il salto risultava indenne, poteva affrontare anche le più alte onde dell’Atlantico.
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